sabato, Luglio 27Settimanale a cura di Valeria Sorli

Riccardo Nisini: Faccio il regista a Rai 1

Ci sono storie così belle da raccontare che a volte non basta la fantasia. C’è sempre uno spazio interminabile di emozioni, viaggi, persone e tanto da scoprire. È facile guardare lo schermo ma è così tanto difficile poter trasmettere storie, luoghi e persone se non sai esprimere al meglio le emozioni; quelle emozioni che ti arrivano veloci come un uragano e che sono capaci di portarti con loro per farti vivere così da vicino luoghi e storie, fino ad annusarne i loro profumi. Questo è il lavoro di un regista; abituato a riprendere, montare e a raccontare alla guida di questa opera televisiva, complicatissima da realizzare, quanto bellissima e avvincente da vedere. Conosciuto al grande pubblico con il suo fare educato, ironico e alquanto stravagante Riccardo Nisini: autore, produttore e regista Rai, si racconta a noi de La Gente Che Piace con la sua intramontabile verve, accompagnato da quel bagaglio ben fornito di esperienze, viaggi e sorrisi.

Venti anni di lavoro e passione per quel mestiere tanto amato che ha saputo realizzare per il suo pubblico, attento, minuzioso e sempre alla ricerca di mete da scoprire, accompagnato da quel grande talento che lo vede ogni giorno al timone di “Uno Mattina” e “In Famiglia”, seguitissimi programmi in onda su Rai 1.

Hai tanto da raccontare, le tue esperienze sono frutto di sacrifici e di tanta caparbietà. Da dove nasce questa tua passione?

Ehi… prima domanda e già mi metti in difficoltà!!

Mah, credo che alla base ci sia una forte predisposizione. Ognuno di noi ha in sé un’attitudine per qualcosa. Io già da bambino ascoltavo i 45 giri delle mie sorelle più grandi e spesso mi improvvisavo cantante o presentatore. I miei miti erano Raffaella Carrà e Corrado e quei programmi fantastici della Rai come “Studio 1”. L’emozione più grande l’ho provata quando cominciai a lavorare per la Rai al programma “I Fatti vostri” nel lontano 1991, ed entrai proprio nello storico Studio 1 che ospitava la trasmissione di Michele Guardì condotta da Fabrizio Frizzi. In quel momento mi sono rivisto con la mia chitarra, i miei dischi, la mia postazione da DJ, le mie esibizioni negli spettacoli teatrali e ho detto “Si, si, sono nel posto giusto”.

Tanti anni di viaggi, esperienze e molto altro. Ma come si diventa regista e perché hai scelto questo lavoro?

Ah!! Ma è la regia che ha scelto me!!! Dai scherzo!

In verità volevo fare lo speaker radiofonico in Rai. Già da tempo lavoravo per varie emittenti locali. Ho insistito tanto, inondando la Rai di lettere e telefonate. Poi, dopo molto tempo, si presentò l’opportunità di lavorare per la TV. Mi sono occupato di redazione ma ho capito subito che dovevo stare sul campo con la troupe e la telecamera. Ho seguito i registi nelle riprese esterne imparando molto ma soprattutto sono stati fondamentali gli anni in regia con un maestro del calibro di Michele Guardì. Credo che non si diventi registi ma che sia una dote innata. Si tratta, come in ogni lavoro e nella vita, di avere la fortuna di poter cogliere al volo un’opportunità e poi però bisogna lavorare tanto, studiare, migliorarsi, metterci sempre il cuore.

Il tuo segno zodiacale è il Leone. Si dice che chi nasce sotto questo segno può considerarsi parecchio fortunato, perché si è molto ambiziosi, resistenti alle sfide, amanti del rischio e impiegano tutta la loro energia per ottenere ciò che vogliono. Questo è il motivo per cui le persone nate sotto questo segno puntano alle vette del successo. Ti riconosci in questo?

Lei però non sa cara direttrice che sono ascendente Scorpione!! Credo che nel lavoro come nella vita siano fondamentali il rispetto e l’onestà. Il successo o almeno il riconoscimento della professionalità sono cose importanti ma la condizione, per me, necessaria è che qualunque traguardo debba essere raggiunto onestamente senza danneggiare o screditare colleghi o collaboratori. Se posso vantarmi di qualcosa, mi vanto per non aver mai e dico mai spintonato o messo in cattiva luce un collega regista per ottenere questo o quello. Chi ci ha provato con me diciamo che più che un leone ha trovato il mio ascendente.

Nella tua lunga carriera hai incontrato parecchi personaggi televisivi, quale di questi ti è entrato particolarmente nel cuore?

Senza dubbio alcuno Fabrizio Frizzi. E non è stato solo un incontro, ci ho lavorato per due anni e ho potuto vivere e godere di momenti magnifici con una persona eccezionale. E ad ogni incontro per caso nei corridoi delle sedi Rai negli anni successivi, la mia stima verso di lui aumentava. Ancora porto nel cuore una lunga chiacchierata in un Hotel a Jesolo due anni fa d’estate, fuori dal nostro ambiente. Era l’amico, vero sincero infinitamente amabile. Poi in ventisette anni di televisione ovviamente di personaggi ne ho incontrati tanti. Ma dovessi sceglierne qualcuno ti direi l’immenso Alex Zanardi per il quale girai un servizio, la divina Carla Fracci in una bellissima intervista e il maestro Franco Califano per una regia che feci da casa sua.

Nello specifico come veri e propri personaggi televisivi, ho grandissima stima di Eleonora Daniele per la quale ho lavorato magnificamente per due stagioni, per la mia carissima e bravissima amica Ingrid Muccitelli, attuale conduttrice di “Uno Mattina in Famiglia” e Maria Elena Fabi, la mia compagna di viaggio quest’anno in “I come Italia” format domenicale di “Uno Mattina In Famiglia”.

Viaggi, incontri, registrazioni. Hai mai pensato di fare un passo indietro nel tempo per rivivere ancora qualcosa del tuo lavoro che più ti ha emozionato?

Rivivrei le notti in regia con Michele Guardì per Telethon. Le lunghe trasferte con Roberto Giacobbo per Voyager. I miei programmi da produttore per Rai 2 con la mia carissima amica Alessandra Canale. Ma il momento speciale in assoluto è quello che ti ho raccontato all’inizio. Entrare per la prima volta nello storico Studio 1 di Via Teulada. A ripensarci ho ancora i brividi!!

A una persona come te si può chiedere quale sogno hai nel cassetto o forse nella telecamera?

Di sogni ne ho tanti ma questa è un’era complicata. È tutto veloce, istantaneo, sfuggente. Le persone non si fermano più ad osservare e a leggere se una cosa è lunga o non di forte impatto iniziale. Non è vero che la gente non è più curiosa, non è paziente. L’ho sperimentato nei social e tutt’ora le mie teorie mi danno ragione. Così vorrei creare un programma TV sulle persone geniali o quantomeno creative che inventano cose meravigliose ma che le persone non hanno la pazienza di vedere, con una formula fluida e accattivante. Con “I come Italia” ci stiamo provando, con pillole da cinque minuti settimanali ma secondo me si potrebbe andare oltre. Vorrei unire l’intrattenimento alla cultura, trovare il gradimento dei telespettatori mentre raccontiamo storie di ingegno o amore per l’arte. Il mio sogno è che un giorno un ragazzo qualunque possa aver successo ed esser persona di cultura magari anche grazie a un mio servizio televisivo.

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