giovedì, Dicembre 12Settimanale a cura di Valeria Sorli

Premio internazionale città di New York a Ester Campese

Tra riconoscimenti e premi apre sotto i migliori auspici l’anno artistico 2020 della pittrice Ester Campese conosciuta in arte con il nome di Campey.
Ancora una volta le viene riconosciuto un premio, consegnatole a fine gennaio di quest’anno, parliamo del “Premio Internazionale città di New York”. Ed è così che Campey torna sullo scenario newyorkese con due sue opere “Dietro al finestrino” e “Donna Vitruviana” presso l’esclusiva Galleria White Space Chelsea sita al 55 West Street.
Si legge nella motivazione consegnatale insieme alla targa di premiazione “Per il valore del suo percorso stilistico, valido esempio di preziosità espressiva”.
Ester Campese, è artista e donna sensibile che fa della pittura un piano di dialogo con i suoi estimatori ed osservatori attraverso cui trasferire anche una parte emozionale di se.
Non è una novità la presenza di Ester Campese a New York, citta che l’estrosa artista ama e che è luogo in cui è stata sempre apprezzata distinguendosi anche negli States nel panorama artistico internazionale.
In particolare “Donna Vitruviana” è un’opera originariamente realizzata per una mostra in onore di Leonardo Da Vinci poi rifatta dalla stessa artista in dimensioni più piccole ed incluse in un abito realizzato da detenuti del carcere di Bollate. La sua opera è tra quelle scelte dalla direzione artistica recensita ed inclusa nel catalogo reso disponibile anche presso la New York Pubblic Library, la biblioteca più importante di New York.
Ester Campese è da anni protagonista di prestigiosi progetti nazionali ed internazionali con un impegno mai flesso sia artistico sia per l’attenzione che pone al sociale che costante ha proseguito nel tempo.
Fascino che si aggiunge al fascino, dunque il ritorno di Campey a New York, che annovera tra le principali critiche ricevute quelle del Prof Carlo Levi, del Prof Vittorio Sgarbi, del Dott. Renato Manera Vice Pres.te Museo Canova, della Dott.ssa Elena Gollini e di molti altri storici e critici d’arte.