venerdì, Aprile 26Settimanale a cura di Valeria Sorli

Giovanni Nuti: la poesia in musica.

E’ il poeta della musica: grande autore, nonché metà artistica dell’immensa Alda Merini, Giovanni Nuti è un artista che ognuno di noi deve assolutamente ascoltare per rendersi conto di come musica e poesia possano fondersi diventando un flusso intenso di emozioni, di spiritualità, di arte allo stato puro. Lo abbiamo incontrato ad un anno dell’uscita di un imperdibile cofanetto, targato Nar International/Sagapò distribuzione Artist First e  realizzato con il sostegno della Fondazione Gianmaria Buccellati,  “Accarezzami Musica- il Canzoniere di Alda Merini”: ben 6 cd e 1 DVD con l’intera produzione artistica del binomio Nuti-Merini, 114 canzoni di cui 13 inediti, 21 brani con la voce narrante della stessa Merini e duetti di Nuti con 29 grandi ospiti tra cui Renzo Arbore, Monica Guerritore, Rita Pavone, Fabio Concato, Lucia Bosè, Fabio Armiliato, Aida Cooper, Grazia Di Michele, Marco Ferradini, Daniela Poggi, Omar Pedrini, Andrea Mirò.

Le “canzoni” Nuti-Merini nascevano da uno straordinario ardore artistico spesso inspiegabile, dopo una lettura, dopo uno spettacolo o per lo più al telefono, magari nel cuore della notte: lei dettava, lui componeva. Commozione, emozione, meditazione: il “Canzoniere” di Merini-Nuti è cristallizzato in una dimensione senza tempo, capace di farci viaggiare nelle sfere più inspiegabili del vivere, tra dolore, sogno, amore, menzogna, ironia, assurdità.

Giovanni a distanza di un anno dall’uscita del cofanetto la promozione continua: si aspettava questo successo?

Sono molto felice del riscontro davvero positivo per questo lavoro che raccoglie 20 anni di poesie in musica. Non può essere classificato come un semplice cd, in quanto è l’opera di una vita, densissima di contenuti, unica nel suo genere nonché impossibile nel ripetersi. E’ un lavoro senza tempo che non mi stancherò mai di portare in giro per l’Italia al fine di divulgare l’amore per la musica e la poesia di Alda Merini a tutti.

Grazie a questo cofanetto il corpus Merini-Nuti ha trovato non solo uno spazio di raccolta ma ha esteso il suo pubblico, coinvolgendo il mondo social. E’ d’accordo?

Verissimo ed è stata una grande soddisfazione. Mi hanno colpito tantissimo i giovani che stanno scoprendo Alda Merini, magari anche attraverso la mia musica. Sono tanti i ragazzi che mi hanno scritto condividendo le emozioni vissute leggendo Alda e ascoltando il nostro lavoro: la sua poesia, forse oggi più di ieri, è un mondo di risposte al disagio esistenziale di oggi…Ha una profondità esistenziale fuori dal tempo.

A che cosa sta lavorando parallelamente?

Sto mettendo a punto gli ultimi dettagli per la messa in scena del Poema della croce, un’opera sacra su testi di Alda Merini con la regia di Beppe Menegatti.Nel 2006 lo portammo in scena sull’Altare Maggiore del Duomo a Milano e mi ricordo perfettamente la basilica completamente gremita di persone. Alda fece Maria, un evento unico che la vide in veste di attrice. Sua grande erede in quest’opera sarà Carla Fracci che reciterà e danzerà: sarà uno spettacolo davvero di alto prestigio. Con un nome così importante a livello internazionale non ho bisogno di aggiungere altro.

La Sua prima e unica volta al Festival di Sanremo fu nel 1991 con Non è poesia: ironia della sorte la poesia ha cambiato la Sua vita e il suo percorso artistico.

E’ vero, l’incontro con Alda Merini ha cambiato la mia vita così come la poesia ha cambiato la mia musica.

Rifarebbe Sanremo?

Certo! La musica, così come la poesia, è un’arte per tutti e deve essere tale. Non ho mai pensato di fare musica senza essere a contatto con la gente. La mia visione della poesia, così come pensava Alda, è una poesia per tutti, lontana dall’essere d’élite. In questo senso il mondo web mi ha aiutato tantissimo: le radio censurano, il web diffonde cultura.

Ci sono degli artisti con i quali avrebbe voluto lavorare?

Certamente: Giuni Russo, fra tutti, una voce che amo tantissimo, unica e irripetibile. Mi farebbe piacere anche lavorare con il grande Maestro Battiato. Un sogno era lavorare con Milva: ci sono riuscito nel 2005 con Milva canta Merini ed è stata una soddisfazione enorme poiché segnò il ritorno discografico di Milva in Italia.

Se dico invece Marco Mengoni Lei cosa mi risponde?

Che è uno dei pochi cantanti emersi da un talent che ascolto con interesse. Il suo successo non solo in Italia dimostra la profondità artistica di questo artista.

E’ riuscito a realizzare pietre miliari della musica e della cultura: è vero che Alda Merini avrebbe voluto rappresentare il Poema della croce alla Scala?

Sì era il suo sogno: magari si potesse realizzare.

Dove la sta conducendo la poesia?

Verso nuove sperimentazioni e nuove emozioni.  Ad esempio lo scorso anno è uscito il singolo La morte non è niente, brano in cui ho musicato  le celebri parole del canonico anglicano Henry Scott Holland per offrire un inedito conforto in musica sul tema della morte, il tabù più grande della nostra società. Lo scorso luglio invece ho musicato L’infinito di Giacomo Leopardi, interpretato dal tenore Fabio Armiliato, un lavoro che abbiamo presentato in anteprima nella manifestazione “Siamo fatti per l’Infinito”, organizzata dall’Accademia Mondiale di Poesia presso la Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona il 24 marzo 2018.

La letteratura e la poesia sono sempre fonte di ispirazione artistica: quali autori ama leggere?

Mi appassionano alcuni teologi come Alberto Maggi e Matthew Fox ma anche scrittori come Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Saramago.

Chi è stata Alda Merini?

E’ stata ed è la poetessa della gioia.

Print Friendly, PDF & Email