In una rovente serata catanese al Palazzo della Cultura, abbiamo potuto assistere ad uno spettacolo come non se ne vedevano da anni. Il caldo non ha fermato i cittadini che muniti di ventaglio hanno riempito letteralmente tutti gli spazi per poter assistere alla magia dell’Opera e del Tango uniti in un abbraccio ideale e culturale che ha stupito i presenti grazie alla voce e alla personalità artistica di Fabio Armiliato e di tutto il cast presente in scena.
Uno spettacolo innovativo, elegante, equilibrato e molto ricco, che offre l’opportunità di riscoprire tesori spesso nascosti tra le pieghe del ricordo e dell’incontro tra diverse culture.
Riscoprire come l’Italia sia stato importante per la diffusione di arte, musica e bellezza nel mondo ha stupito e risvegliato nel pubblico presente quel senso di appartenenza di cui oggi si sente molto spesso il bisogno e la mancanza.
Lo spettacolo scorre agilmente nel racconto dell’ Alma del Tango (L’Anima del Tango) interpretata con eleganza dal soprano Chiara Giudice, che ha introdotto e spiegato quanto l’opera lirica italiana abbia influenzato nel suo sviluppo la canzone del tango all’inizio del secolo scorso.
Ogni canzone è legata a un momento particolare della vita di Buenos Aires. Il repertorio di Carlos Gardel e di Tito Schipa interpretato dalla voce intensa e ricca di sfumature espressive del tenore Fabio Armiliato, ha stupito per la bellezza di molte melodie. Anche se alcune meno conosciute, sembrava di averle sempre ascoltate, trovando nei brani eseguiti, in ricordo di Astor Piazzolla, anche un’intensità drammatica dal ritmo trascinante e coinvolgente.
Gli arrangiamenti del maestro Fabrizio Mocata hanno valorizzato alla perfezione tutti i brani proposti e raccolgono anche nei momenti di solo orchestra l’entusiasmo del pubblico.
Le coreografie dei bravissimi Los Guardiola (Marcelo Guardiola e Giorgia Marchiori) hanno arricchito la serata con momenti divertenti, acrobatici, e di alto valore espressivo anche nella loro partecipazione, aggiungendo un elemento diverso dai tradizionali ballerini di tango, perché portano il linguaggio teatrale ad essere protagonista nella loro esibizione.
Particolarmente emozionante e toccante il ricordo dedicato al grande soprano Daniele Dessì, che è stata compagna di Fabio Armiliato durante un lungo periodo della sua carriera teatrale, con il brano “El dia que me quieras” magistralmente interpretato dal tenore insieme al soprano Chiara Giudice, che il pubblico ha sottolineato con un lungo applauso e una prima spontanea standing ovation.
La standing ovation finale è stata invece tributata al protagonista della serata, il tenore Fabio Armiliato, che è anche l’autore dell’idea dello spettacolo e dei suoi testi. Insieme al maestro Fabrizio Mocata e a tutti gli altri interpreti presenti sul palcoscenico, il violinista Mauro Carpi, il bandoneonista Pablo Yamil ed il contrabbasso di Fabio Crescente, hanno regalato al pubblico presente uno spettacolo unico ed originale, che merita grande attenzione e di essere riproposto in molte altre occasioni.
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