sabato, Luglio 27Settimanale a cura di Valeria Sorli

SAMBA, BOSSA NOVA & CO. Corrispondenza da Rio de Janeiro di Alviero Martini

Se si trattasse di parlare di musica per lo più italiana, mi farei consigliare dalla mia amicaproduttrice e simpaticissima esperta Mara Maionchi… ma sono a Rio, travolto dalla musica. Ho amici musicisti, ma per quanto nè sappia, non posso che  mettere in campo i miei anni passati ad ascoltare, sin dagli anni 70, i brasiliani più conosciuti,  Gal Costa, Ellis Regina, Joao Gilberto, Vinicio de Morais, Toquinho, CichoBarque,  e via dicendo. Vediamo di riassumere questo grande patrimonio dell’umanità che è la musica brasiliana, così ricca di sfumature, di un infinità di generi e con delle eccellenze straordinarie.

Con músicapopular brasileira (musica popolare brasiliana, o più semplicemente MPB) si intende l’insieme di tutti i generi popolari brasiliani della musica leggera e di tutte le contaminazioni con altri stili che l’hanno caratterizzato fino a renderlo un genere musicale con dignità propria. Nella cultura musicale brasiliana, forse più che in altre, una delle caratteristiche tipiche è la commistione senza preconcetti tra generi e stili musicali diversi. Musica Popolare Brasiliana e l’acronimo MPB sono utilizzati con due accezioni leggermente differenti a seconda del contesto e dell’epoca a cui ci si riferisce.Nel primo caso, estensivo, è usato per identificare tutta la musica leggera o folklorica nata in Brasile sin dai primi decenni del XX secolo fino ad oggi. Sono compresi quindi tutti i generi tipicamente brasiliani, come ad esempio la samba, la bossa nova, il choro, il sertanejo, la musica caipira, il forró e tutti i movimenti musicali caratteristici della storia e della cultura musicale brasiliana come il carnevale o il tropicalismo, comprendendo anche gli ibridi nati dalla contaminazione di generi non propriamente brasiliani, ma che hanno arricchito il linguaggio musicale del paese.

Nell’altro caso è utilizzato per identificare, in particolare, il movimento di musica leggera esploso a metà degli anni ’60 in seguito al successo della bossa nova, del rock, del pop e dei seguitissimi festival musicali organizzati a Rio de Janeiro e a San Paolo sulla falsariga del Festival di San Remo italiano.

In ogni caso, considerata la vastità della tradizione e della cultura musicale brasiliana, nel XX secolo, seconda probabilmente solo a quella anglo-americana, è stato necessario coniare una etichetta generalista per indicare la musica brasiliana senza dover specificare, cosa peraltro spesso proibitiva, le caratteristiche peculiari di ogni genere o stile, ma sottolineandone l’origine, il temperamento e il carattere comune.

La MPB, nella sua accezione più vasta, contiene tutte le caratteristiche della musica prettamente popolare che, come tutta la cultura brasiliana, ha tre anime: quella bianca (europea, portoghese), quella nera (africana) e quella indio. Dalla tradizione musicale europea (barocca, rinascimentale, ma anche popolare) la MPB ha ottenuto la meglio nella cultura musicale brasiliana, forse più che in altre, una delle caratteristiche tipiche è la commistione senza preconcetti tra generi e stili musicali diversi. Musica Popolare Brasiliana e l’acronimo MPB sono utilizzati con due accezioni leggermente differenti a seconda del contesto e dell’epoca a cui ci si riferisce. Dalla tradizione musicale europea (barocca, rinascimentale, ma anche popolare), la MPB ha ottenuto la melodia e la ricchezza armonica; dalla tradizione degli schiavi neri ha attinto il ritmo e gli strumenti (in particolare dalla religiosità dell’Angola); dalla cultura degli indios il temperamento e il carattere. Un po’ come è successo negli Stati Uniti per il jazz, con una vicenda parallela, ma del tutto peculiare.

CaetanoVeloso, è uno dei leader del Tropicalismo, nonostante sia definita popolare, la MPB è spesso identificata come la musica della classe media. In effetti l’uso dell’identificativo divenne consueto negli anni ’50, in epoca di rinascita economica, quando la classe media o borghese, quasi esclusivamente bianca, iniziava ad imporsi socialmente in Brasile, con un ritardo di qualche decennio rispetto al resto del mondo occidentale. Erano quindi i giovani benestanti, gli studenti universitari, gli stessi che hanno dato vita alla bossa nova, che potevano permettersi di acquistare i dischi, di frequentare i locali dove si suonava la musica più moderna e che potevano più facilmente essere influenzati dalla cultura e dalla musica statunitense ed europea.

La MPB, con questa accezione, ha il suo momento di splendore durante gli anni ’60, dopo la nascita della bossa nova, quando i nuovi compositori e musicisti si imposero ad un audience di giovani studenti e a una popolazione intellettualmente e culturalmente emancipata, divenendo uno dei mezzi privilegiati di critica a di opposizione al regime totalitario. Nel contempo la MPB, specialmente con i successi dei festival e degli spettacoli televisivi della seconda metà degli anni ’60, diviene il veicolo dei sentimenti nazionalistici e populisti cari al regime, ma nati, peraltro, in epoca democratica, prima della dittatura, ai tempi della rinascita economica degli anni ’50 di cui è rimasto simbolo il presidente Juscelino Kubitschek.

I protagonisti di tutta la musica popolare brasiliana sono comunque i sentimenti e gli stati d’animo quasi viscerali che caratterizzano il carattere del popolo: sono tristeza (tristezza), felicidade (felicità), saudade (nostalgia) e choro (pianto). Nella musica brasiliana più autentica compaiono difficilmente la rabbia (tipica di certo blues), la voglia di ribellione (tipica del rock) o l’amore romantico (tipico della canzone europea e statunitense). Si contano più spesso i sentimenti e lo struggimento per la terra, la natura, la storia: spesso con grande poesia, a volte con l’uso di luoghi comuni, di solito con un po’ di ironia e con molto divertimento.

Per la musica brasiliana la tristezza e la nostalgia hanno la stessa dignità della felicità: Antônio Carlos Jobim diceva che condividono la stessa bellezza. I brasiliani stessi dicono che la loro musica racconta prevalentemente la bellezza.

Nonostante sia definita popolare, la MPB è spesso identificata come la musica della classe media. In effetti l’uso dell’identificativo divenne consueto negli anni ’50, in epoca di rinascita economica, quando la classe media o borghese, quasi esclusivamente bianca, iniziava ad imporsi socialmente in Brasile, con un ritardo di qualche decennio rispetto al resto del mondo occidentale. Erano quindi i giovani benestanti, gli studenti universitari, gli stessi che hanno dato vita alla bossa nova, che potevano permettersi di acquistare i dischi, di frequentare i locali dove si suonava la musica più moderna e che potevano più facilmente essere influenzati dalla cultura e dalla musica statunitense ed europea.

La MPB, con questa accezione, ha il suo momento di splendore durante gli anni ’60, dopo la nascita della bossa nova, quando i nuovi compositori e musicisti si imposero ad un audience di giovani studenti e a una popolazione intellettualmente e culturalmente emancipata, divenendo uno dei mezzi privilegiati di critica a di opposizione al regime totalitario. Nel contempo la MPB, specialmente con i successi dei festival e degli spettacoli televisivi della seconda metà degli anni ’60, diviene il veicolo dei sentimenti nazionalistici e populisti cari al regime, ma nati, peraltro, in epoca democratica, prima della dittatura, ai tempi della rinascita economica degli anni ’50 di cui è rimasto simbolo il presidente Juscelino Kubitschek.

In ogni caso, in qualunque angolo del Brasile si fa musica, si canta,si balla, per strada, nelle balere, ma anche nei locali come ristoranti dove avere  “musica ao vivo” aumenta il  valore di qualunque locale…

Un giorno di alcuni anni fa feci un viaggio a Rio con la mia amica Ornella Vanoni, da sempre Grande interprete del genere brasiliano oc quella voce così particolare, così unica, che solo lei ha saputo dar vita a canzoni brasiliane interpretandole, a differenza di altri artisti che si sono cimentati in grandi esecuzioni, ma mai ai livelli di Ornella. Eravamo dunque e Rio e lei avevo appuntamenti vari con  artisti di fama mondiale, ma non ebbi la fortuna di conoscerli, la sua era una visita non mondana, ma privata, così schiva com’è, e mi limitai i giorni successivi ad ascoltare i racconti, meravigliato come un ragazzino. Mi raccontava di Ana Carolina, di Chico Barque, Adriana Calcanhotto, Regina etc etc… vivendo spesso in Brasile, non manco mai di informarmi sulle ultime novità musicali, sono ghiotto della musica brasiliana anche per le colonne sonore delle mie sfilate, e come in tutto il mondo anche qui oggi hanno preso piede i rapper e nuove generazioni di bande musicali, che dalla tradizione estraggono essenze per trasportarle con speciali remix  a nuovi successi. Il panorama è cosi vasto che mi fermo qui, non ho intenzione di mettere in piedi un contest sulla musica brasiliana, non ne avrei le capacita. Però se c’è un dono che il Creatore ha dato a milioni di persone è il canto, la voce… ebbene, io ne sono stato esonerato, o sono arrivato ultimo alla distribuzione di questo talento, e nel profondo del mio cuore, sognerei di avere una voce meravigliosa, un talento nel suonare il pianoforte, e spesso sogno di essere solo su un palco di uno stadio, ad incantare il pubblico e sentire il brivido degli applausi… ma solo un sogno, non costa nulla e soprattutto non fa danni a nessuno.  Grazie per gli altri talenti che ho ricevuto!

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