venerdì, Aprile 26Settimanale a cura di Valeria Sorli

Roberta Faccani, la musica italiana in Brasile

E’ stata una delle voci iconiche dei Matia Bazar spiazzando tutti a Sanremo 2005 con una vode fuori dal comune: anno dopo anno si è fatta strada come solista, autrice, compositrice fino a trovare nel musical (Romeo e Giulietta, Ama e cambia il mondo oppure in Zerovskij) la massima espressione di se stessa, dando spazio ad un animo rock e una presenza scenica strepitosa.
Eclettica e curiosa di un sano sperimentalismo, dallo scorso settembre, Roberta Faccani è stata scelta come interprete in Brasile per una serie di concerti della durata di ben tre anni organizzati dalla Casa di Produzione Teorema e AFI (Associazione Fonografi Italiani). La raggiungiamo al telefono tra una valigia e l’altra!
Roberta com’è andata la prima parte dei concerti in Brasile?
E’ stata un’esperienza pazzesca, perfettamente organizzata e condivisa sul palco con il grande Milton Guedes. Questi concerti sono stati accolti come un grande evento mediatico per il Paese.                                Sono emozionatissima! Come ti senti in veste di “ambasciatrice della musica italiana”?
In Brasile mi hanno accolta con grande affetto e curiosità: hanno apprezzato il mio stile e il mio modo di interpretare i grandi classici della canzone italiana. Il Brasile è un Paese enorme con una moltitudine di stili e colori. Il progetto durerà diversi anni quindi avrò modo di spaziare e sperimentare.
Ti manca il musical, la band o il gruppo sul palco?
In questi concerti non sono sola: penso alla musica come un evento corale, come un lavoro di gruppo.    Non ho una mentalità individualista, forse perché i grandi successi sono arrivati sempre in gruppo, dai Matia Bazar ai Musical. Il mio pensiero è un pensiero da team.
Ci sono state esperienze che ti hanno deluso in passato?
No, ho sempre amato quello che ho fatto e le opportunità che mi si sono presentate. Vedi, io da bambina sognavo di cantare. Passavo ore ed ore in camera mia cantando e pensando di esibirmi su un palco.          Ho sempre lottato con tenacia e soprattutto ho studiato sperimentando costantemente nuove dimensioni artistiche.
Fra tutte le collaborazioni quale rappresenta per te un momento topico?
Lavorare con Renato Zero è stato sicuramente un momento di grande maturazione artistica.
Sei anche un’insegnamente di canto: come valuti il mondo dei talent show?
I sogni sono la ragione della nostra vita. Certo, oggi vivere di musica è complesso e bisogna avere una determinazione altissima. Bisogna studiare, tenere i piedi ben saldi a terra, sperimentare e non dare mai nulla per scontato. Con la stessa velocità con la quale un talent ti fa emergere, un domani ti fa sparire.
Credo pertanto che un talent non sia un punto di arrivo bensì una partenza.
Dove sarai al termine di questo progetto in Brasile? E chi lo sa?! Sicuramente come ora, in mezzo a tante valigie da disfare e preparare, animata dalla mia grande passione per la musica.

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