venerdì, Aprile 26Settimanale a cura di Valeria Sorli

Le terre confiscate alla mafia ” Madre Nostra”

Ci sono Paesi in cui la campagna è praticamente in mano alle donne: si alzano all’alba, raggiungono da
sole o in gruppo i terreni da coltivare e passano la giornata a seminare o a raccogliere, a mietere o a
caricare le cassette. E ci sono, invece, Paesi in cui nei campi ci sono solo uomini, e non per una scelta di
genere, ma perchè quelle terre sono state confiscate alla mafia e occorre – prima ancora di lavorare –
difenderle.
Benvenuti nelle terre in cui troviamo solo uomini e guardiamo insieme un nuovo documentario, con taglio
televisivo, realizzato da un reporter coraggioso come Lorenzo Scaraggi: ecco uomini che organizzano e
altri che lavorano, è di sesso maschile chi intervista e chi risponde, anche se parla della moglie, che
collabora, ma non appare mai, nemmeno in fotografia. L’unica donna di questo film è la terra, “Madre
Nostra”, che – sulla locandina – viene raffigurata quasi come una Santa, con il cappello fatto di pane, olive
e cavoli sul davanzale e con un bel pomodoro tra le mani. Inutile dire che anche il disegno è di una donna,
Chiara Tedone, per questo che è – appunto – il titolo del documentario.
Ora questa opera filmica va a Cardiff, selezionata alla quinta edizione dell’Italian Film Festival (in
proiezione Domenica 17 Novembre) e porta all’estero questo spicchio d’Italia poco conosciuto anche
all’interno dei propri confini. Scorrono le immagini di una Puglia poco conosciuta: la vita nella masseria
didattica “Trullo sociale”, le vicende delle cooperative agricole chiamate con nomi evocativi, come “Semi
di vita” e “Pietra di scarto”, la storia della comunità terapeutica “Spazio Esse”, tutte strutture con i loro
orti e con gli alberi piantati alla periferia di Bari, o a Loseto, a Valenzano, a San Michele Salentino, fino
ad arrivare a Cerignola, la terra di Giuseppe Di Vittorio, dove – lo scorso 11 Ottobre – il Comune è stato
sciolto per Mafia.
Hanno creduto in molti a questo film (che dura 52′), a cominciare dalla Regione con il “Patto per la
Puglia”, e poi la Fondazione Con il Sud e la Apulia Film Commission, dove la presidente è donna,
Simonetta DelloMonaco, architetta, ma nata in una famiglia di agricoltori, che ha portato avanti con forza
il progetto sin dalla sua ideazione: «Un importante tassello per questa innovativa iniziativa, che valorizza
il contenuto del cinema e collega la produzione audiovisiva con il terzo settore. Stiamo realizzando un
palinsesto di nuove attività dedicate al sociale che, allo stesso tempo, diventano opportunità per la
produzione. Ne è la dimostrazione il film “Santa Subito” di Alessandro Piva – che fa parte di questo
progetto – ed è stato premiato alla Festa del Cinema di Roma.»
La Fondazione Con il Sud ha sostenuto entrambi questi titoli; ha messo a disposizione delle produzioni di
sei documentari e di quattro cortometraggi l’importo di 400mila Euro del “Social Film Found” ed ha
presentato con successo l’iniziativa alla Mostra del Cinema di Venezia. In particolare ha voluto essere
vicina nel successivo evento nel Cineporto di Bari; l’addetto stampa, Fabrizio Minnella, ha sottolineato la
bontà del progetto e ha intravisto nel film: «La poesia della terra, che richiama le radici, e la maniera in
cui trasmette queste storie, senza incorrere in luoghi comuni o in approcci retorici.»
Scaraggi è un tipo alla mano, va in giro per la Puglia a bordo di un vecchio camper, battezzato “Vostok
100 k” (come la navicella di Yuri Gagarin), raccogliere immagini e testimonianze di riscatto sociale,
indaga una agricoltura particolare, intesa come via per la redenzione, di persone e di luoghi, nelle terre
della Puglia, che sono al centro dell’attenzione anche per eventi non positivi, come la xylella e il
caporalato: «È un viaggio di ritorno alle nostre radici. Dalla riscoperta di un’arte antica, quella di lavorare
la terra, può nascere anche quella di se stessi. E dal lavoro delle persone ai margini della società, che
nessuno vuole, deriva la coltivazione e la commercializzazione equa e solidale di olive, pomodori,
zafferano e altri prodotti…»
Nato 43 anni fa a Bitonto, ha già girato mezzo mondo; ha affrontato viaggi da fotoreporter in Iraq e nella
Striscia di Gaza, nei Paesi della ex Jugoslavia ed in Cina, al Capo Nord e in Cappadocia, poi a Malta, in
Marocco e in Grecia. Ha collaborato con “La Repubblica” e con Radio Rai 2. per questo film è stato
affiancato dall’aiuto regista Giuseppe Fedele; per le riprese da Namias; assistente al montaggio: Paolo
Fedele; post produzione color e suono: Octopost; musiche originali: Alberto Iovene.

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