martedì, Aprile 16Settimanale a cura di Valeria Sorli

La miglior medicina? Ridere!

 

Come dice il titolo, RIDERE, è fondamentale, e spesso le oppurtunità per farlo ce le offrono proprio i nostri simili, noi stessi siamo esposti a situazioni comiche, ed è per questo che quanto scriverò non ha nessuna intenzione di essere DERISORIO, ma fa appello all’ironia,  elemento senza il quale la vita non avrebbe sapere. Il senso dell’umorismo,  le gaffe, l’autoironia, la satira, sono sano divertimento, sempre se fatte senza scherno. Non a caso i video più cliccati sui social, sono proprio quelli di “incidenti” involontari, parcheggi maldestri, panciate in piscina, torte in faccia  e chi più ne ha più ne metta!  Non è da meno la televisione, che da anni propone scherzi, trasmissioni di enorme successo. Io stesso sono stato vittima delle Iene con uno scherzo molto divertente, dove al posto di una prevista intervista con una televisione sovietica, mi sono trovato  in una camera di albergo, con le porte chiuse, e da sotto un tavolo è sbucato fuori un tizio con un salmone di 7 chili, io ignaro di tutto, accetto di essere complice con lui per farlo uscire dalla situazione in cui si era  cacciato, ovvero, mi racconta di aver rubato il pesce in cucina e il suo complice è li fuori che lo aspetta, ma lui non può esporsi… pertanto sono stato io, con un clamoroso salto da una finestra di 50 centimetri a due metri di altezza, a calarmi in un “cesso”, appoggiando i piedi su un water aperto e sporco,  e finalmente aprendola porta del bagno, ho trovato dietro tutta la troupe che urlava: sei su scherzi  a parte, anzi sei sulle iene!!!! Inevitabile la frase di commiato: “Ma andate tutti a ….. !”  Il pubblico ha riso, io ho riso molto, subito dopo, e con gli amici ci siamo divertiti molto a rivederlo.

Le reazioni istintive, spesso portano a esilaranti, quanto inattese performance. A 18 anni mi trovavo a Parigi, un amico steward mi presenta la sua ragazza, che in realtà avevo già conosciuto la sera prima, lui assente, e io per dirle che ci eravamo già conosciuti addirittura con un bacio, gli dissi, “oui oui, je l’ai deja baiseè….” Che vuol dire tutto un’altra cosa, anche sconcia, ma io intendevo l’ho già baciata… gaffe terribile,  e scoppiammo tutti a ridere fragorosamente.

A Roma sono stato per anni direttore di un negozio di arredamenti, e gli strafalcioni si sprecavano: una mia commessa era avvezza alle risposte comiche, ed un giorno una signora che viveva in America, le chiese se eravamo abituati a spedire all’estero “Certo Signora, spediamo spessissimo in Italia, anche ieri ho spedito un divano in Sicilia!”

Ecco, la signora americana non ha colto l’errore, ma noi che eravamo nelle vicinanze ci siamo ci siamo  nascosti, ridendo a crepapelle. Un giorno entra una signora , e mi chiede il prezzo di un bellissimo divano ben posizionato sulla pedana all’ingresso del negozio, e io le rispondo “3 milioni e 800 mila!”, “Ammappete, quant’è caro!, eccheccià de strano per esse così caro?” “Signora, è tutto rivestito di tessuto di Etro!” la signora mi guarda, corruccia la fronte, e si reca sulla porte posteriore per vedere il tessuto… aveva capito “dietro”!, anche lei notò la gaffe e ridemmo in due. Per non parlare della soglia, comunemente chiamata sogliola,

Su un aereo della Turkish Arilines, da Smirne per Istanbul, fa l’annuncio, “Ladies, and Gentleman , welcome aboard to everybody of us!, a tutti noi, lei compresa… ilarità a bordo.

In America poi, nei miei 15 anni di soggiorno, ne ho veramente sentite di tuti i colori.  A Cincinnati presentavo le mie borse Geo, un corner allestito con fiori, bevande e pasticcini, tutto per attirare l’attenzione.. si avvicina con passo veloce una giovane signora, appena uscita dalla manicure, e ancora sventolava le mani alzate al cielo, per asciugare lo smalto, si ferma, afferra tre pasticcini, li trangugia voracemente e mi chiede “Per cos’è tutto questo “casino?” “Signora, stiamo presentando le mie nuove borse con le carte geografiche!” “Ah, no, grazie, io voglio solo tinte unite!”, e infilandosi altri 3 dolci tra le ganasce se ne va stile Betty Midler, sculettando e agitando  le mani…. Tutti scoppiammo a ridere comprese le commesse che per dovere avrebbero dovuto retare impassibili.

Ad Atlanta, con Laura, la mia assistente, ci fermiamo per una brevissima pausa, un lunch veloce perché un importane appuntamento ci aspettava. Entriamo in un fast-food  e io ordino la volo una omelette, MA, avviso il cameriere, come si usa negli States, mi  dice, “hello mi chiamo David e sono qui per servirvi!”, Ecco, per me questa omelette, MA senza cipolla.. annota, torna indietro e mi dice che non è possibile scorporare la cipolla dalla frittata. “Come no?, è già fatta?” “No, la facciamo espressa, ma il cuoco mi dice che non si può!”.. “Di al cuoco che sono allergico alla cipolla”, va in cucina e torna, “Mi dispiace signore, ma questa omelette prevede la cipolla!” Do un’occhiata al menù, tutte hanno la cipolla, e chiedo “NON voglio la cipolla, di al cuoco, che al momento di mettere la cipolla nella frittata, la butti nella spazzatura!”. “Ok, riferisco”, va  e torna, “I’m sorry, ma lo chef non può derogare, la cipolla è inclusa,” “Ok, fammi parlare con il cuoco”.. va e torna, “Lo chef non può lasciare il posto di lavoro, ma mi dice di dirle che la cipolla è inclusa, quindi e come se fosse gratis” “Oh mio Dio, non ci posso credere” e mi spiega che la “policy del locale prevede che non si possono scomporre i piatti del menù perché il cliente potrebbe denunciare il ristorante per non aver messo la cipolla… dunque per correttezza NON si accettano cambiamenti “Ma non eri qui per servirmi?” gli chiedo,  e infantilmente mi risponde “Facciamo  così, io le porto l’omelette completa, e lei scarterà la cipolla”… Come hai detto che ti chiami?” “David, signore, David!” “ecco David, questo sono i $ del conto,  fai fare l’Omelette e se ti va la mangi tu, oppure la dai a qualcun’latro, ciao! E con Laura ci alziamo perché ormai avevamo perso mezz’ora e dovevamo già stare al prossimo appuntamento. Certi che di “David” ne avremmo incontrati molti in America: infatti a Los Angeles, in un grande magazzino un cartello annunciava: Venite ad incontrare lo stilista ITALIANO Alviero Martini. Con tanto di foto mia etc. presentavo il mio profumo e una lunga fila di persone attendavano il turno per avere un campioncino. Un signore, mi punta l’indice verso il viso, e mi dice “Tu devi essere Italiano (che genio, il cartello lo diceva chiaramente) , io ho un amico in Italia, magari lo consoci “ con ironia rispondo, “E’ possibile, siamo solo 60 milioni, dunque ci consociamo un po’ tutti” “Bene, si chiama Romolo, e fa il gommista a Rimini” e io perfidamente sferro un colpo basso “Ma certo Romolo di Rimini, è da lui che cambio le gomme” “Bene, quando lo vedi salutamelo!”…”Non mancherò David! Mi guarda, forse non si chiamava David, ma per non mettermi in imbarazzo mi stringe la mano e se ne va!. Di parenti di “David” ne ho incontrati davvero molti, e a  San Francisco incontro “la nonna”: in un elegantissimo quanto esclusivo negozio di oggetti regalo, una fondazione di un magnate che aveva come scopo che i proventi delle vendite fossero destinati alla ricerca scientifica. Altra caratteristica: le vendeuse devono appartenere all’alta borghesia della Città, se poi nobili, ancora meglio. Entro e tra le tante meraviglie faccio acquisti, in particolare una vaso in cristallo  di proporzioni da poter portare in aereo, il regalo perfetto per la mia buyer.  Pago con la carta aziendale, attendo una mezz’ora per la lentezza nel fare il pacco regalo, e finalmente la anziana commessa, pardon ..personal shopper, mi porta il pacco, il coupon da firmare, e con un sorriso smagliante mi consegna la carta di credito dicendomi “Thank you so much Mr. SPA”, pensava che il mio cognome fosse la ragione sociale, s.p.a. appunto. Ci siamo guardati con Laura ormai livida dalle risate trattenute, e io le dico, “Questa è la nonna di David!”

Neanche un tomo di 500 pagine basterebbe per raccontare le Risate,  sempre rese con ironia, senza sbeffeggiare gli spontanei fornitori  di comiche risposte.

Magari  tornerò in un altro capitolo, a raccontarvene altre, nel frattempo rientrato in Italia, passo da Roma, mi invitano ad una cena formale, e mi presentano una bella ragazza, ben vestita e ingioiellata, “Alviero Martini Piacere,” “Piacere, Dafne” un nome, un programma, l’eleganza si sposava perfettamente con il nome. “Come sta”, comanda tanto formale quanto consueta “A di la verità, oggi me rode er cu..!”…  Pardon?…  Parblue!…  David ha parenti in tutto il mondo, e in tutte le lignue!

 

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