venerdì, Marzo 29Settimanale a cura di Valeria Sorli

Alviero Martini: Milano Fashion Week

Due volte all’anno, anzi quattro, se si includono le collezioni maschili, la città di Milano ospita la settimana della moda, meglio conosciuta come Milano Fashion Week, con uno straordinario giro d’affari ed una affluenza di pubblico da tutto il mondo. In verità è la Fashion Week più importante al mondo, anche se non sono da sottovalutare New York, Parigi e Londra, ma Milano è Milano! l’Italia è il centro della moda e si differenzia dalle altre passerelle proprio per il gusto, la manifattura, e la creatività.

E’ sempre molto apprezzata perché propone outfit credibili e portabili, mentre in altre città è puro show e spesso a favore della vendita di un profumo o altre classi merceologiche. Milano ha da sempre la prerogativa di unire sia il lato commerciale, ovvero la portabilità dei capi  presentati con il giusto mix di sjhow, di spettacolarizzazione della moda e di quel glamour che su una passerella non può mancare.

La città si paralizza per 4/5 giorni, ed in ogni luogo, nelle location più strane, si vedono code infinite di persone in attesa di entrare, moltissimi stranieri, una massa incredibile di fotografi , cameramen, fashion victim , e spesso gente che non avendo l’invito inviato dall’ufficio stampa della maison, si accalcano tentando di entrare, perché una sfilata oltre ad essere magica, è anche regia, luci, modelli e capi che incantano, fanno sognare e proiettano sogni raggiungibili, altri meno, ma è sempre un gran bel vedere!

L’editoria si mobilita per  sponsorizzare un evento piuttosto che un altro, la stampa accreditata accorre per “raccontare” con la dovuta serietà, tutti gli aspetti di una collezione; dalla narrazione poetica dell’ispirazione dello stilista, ai tecnicismi dei tessuti, esaltando i colori e le forme al pubblico lettore e l’esatta sintesi di quanto visto.

A differenza della categoria dei blogger o influencer che spesso , neanche presenti, sbandierano prodotti o immagini non esattamente corrispondenti ai capi sfilati,  per monetizzare questo nuovo mestiere che ha necessariamente bisogno di regole ferree a difesa di un giornalismo che non solo iscritto ad un albo, ma che rischia addirittura la radiazione dall’albo stesso qualora il commento sia incoerente. Dunque, viva le giornaliste, e alle influencer (molti anche i maschi) venga data una “patente” rigorosamente da rispettare.

La mia partecipazione  in anni di Fashion Week, ha visto crescere  la notorietà del mio marchio e in seguito ho sospeso per qualche anno la presentazione a Milano, delocalizzando le mie sfilate a Shanghai, San Paolo in Brasile, Pesi del’Est Europa, Medio Oriente e Beirut in testa,  perché necessitavo di una visibilità laddove i mercati cercavano il mio prodotto, e i risultati non si sono fatti disattendere.

Ma è Milano che amo, cosicché questa passata settimana sono tornato a sfilare a Milano accettando l’invito di Steven G Torrisi, che in una collettiva ha riunito più stilisti a Palazzo Barozzi, meglio conosciuto come Istituto dei Ciechi, meravigliosa location in una sontuosa sala con poltrone in velluto rosso che ha riunito oltre 400 persone presentando appunto una variegata proposta di stili e concetti diversi, con un risultato molto efficace.

Ho scelto di sfilare per primo, per il semplice motivo che ho presentato una collezione completa di abiti per donne e uomini, viaggiatori eleganti, pronti a salire su un aereo, macchina o alta velocità, dotati di immancabile bagaglio, occhiali e accessori realmente utili e nella loro valigia, un cambio d’abito che con una abile mossa il “giorno” diventa sera, e la metamorfosi delle modelle/i è  stata davvero sorprendente.

La ragazza con giubbotto in pelle e t-shirt, piuttosto che la distinta signora con tubino in seta beige, così come l’uomo con blusa in scamosciato e valigia abbinata,  entrambi sfilano con abiti lunghi da sera (non alta moda, ma abiti di sartoria, portabili) neri, pizzo beige, tulle lavorato con passamanerie o smoking  di vari colori per gli uomini, per poi l’ uscita finale che ogni volta faccio sfilare come portafortuna un abito di paillettes di varie sfumature di arancio, rosso, vinaccia e oro, su una silhouette quasi marziana con collo ad imbuto, che immancabilmente riceve molti applausi, essendo un abito senza tempo, assolutamente contemporaneo, ma non datato e di grande effetto scenico. In questa edizione lo indossava  una bellissima ragazza, Anna, destinata a diventare una top model che incanta il pubblico per il suo volto ambrato e i lineamenti vagamente esotici, con uno charme davvero singolare.

Per questa passerella ho presentato ben 45 uscite, ogni outfit completo del proprio accessorio, non da meno le calzature appropriate. La risposta è stata così calorosa ed accogliente che con l’avvento dei social, si sono incrociati tantissimi fotografi ai migliaia di selfie di ogni modella o modello e degli spettatori, creando una rete di condivisioni davvero incredibile. Tutt’oggi emergono ancora foto e post sul mio instagram alvieromartini_alv  e su centinaia di altri profili.

Grazie a Steven Torrisi e grazie a tutti per il calore della vostra accoglienza.  I truccatori e l’hair stylist capitanati da Carmelo Spina e molte altre persone alle quali devo un sincero grazie. Grazie a tutti!

Valeria Sorli, direttrice del nostro giornale on line La Gente Che Piace era presente e può testimoniare quanto vi ho raccontato.

Alla prossima!!!!!

Alviero Martini ALV- Andare Lontano Viaggiando

 

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