mercoledì, Ottobre 9Settimanale a cura di Valeria Sorli

Vino fresco, cuore caldo

“Sei veramente gelida, Bice, e di ghiaccio, se ieri sera nemmeno il vino Greco è riuscito a riscaldarti”.
Questa l’iscrizione rinvenuta su un affresco sopra una parete di una costruzione di Pompei!
Ebbene sì, allora come ora, anche ai tempi dell’antica e opulenta Pompei, accadeva che un amante
desideroso di ricevere le attenzioni della donna agognata, restasse invece deluso e in vana attesa.

Ancora oggi dopo secoli, per lo smanioso amante l’alternativa unica rimaneva quella di optare  per un prezioso calice di afrodisiaco vino! Anche ai tempi di Pompei, coperta e cristallizzata dalla fatale lava del 79 d.C., si hanno testimonianze di quanto il vino rivestisse in ogni momento della vita, che fosse quella ufficiale dei banchetti e dei simposi o quella quotidiana di una coppia di amanti semi-sconosciuti, una fondamentale posizione di centralità.
I romani, come anche i pompeiani, usavano pasteggiare bevendo vino e ogni scusa era lecita, ogni
avvenimento era buono per farsi un goccio e scacciare la tristezza.  Brindare per onorare una divinità, alla
salute di un amico o della donna amata per la quale si bevevano tante coppe quante le lettere che
componevano il suo nome e sempre e comunque con un occhio puntato verso la Dea Fortuna.

Non si può quindi negare che i Romani non fossero forti conoscitori e strenui estimatori dei vini.
Tornando a Bice, uno fra i vini più apprezzati fu proprio il Greco che prese probabilmente il suo nome
dalla terra di origine e che ben presto si adattò così bene alle terre poste sulle pendici del Vesuvio da
arrivare a estendersi progressivamente attraverso spazio e tempo, fino a noi come odierno Greco di Tufo
DOCG. Di esso hanno parlato storici e scrittori romani e Plinio il Vecchio lo descrisse «così pregiato che nei
banchetti veniva versato una sola volta», a voler testimoniare la sua eccellenza e preziosità.
Il Greco di Tufo DOCG è un vino oggi prodotto nella provincia di Avellino, dove la presenza di terreni rocciosi, argillosi e sabbiosi insieme alle caratteristiche sulfuree tipiche di quei luoghi fanno sì che questo vino sia perfettamente bilanciato e tanto apprezzato.
Lo stesso Seneca ci tramanda e ci ricorda i benèfici effetti del vino: “Ogni tanto è bene arrivare fino
all’ebbrezza, scioglie le preoccupazioni, rimescola l’animo dal più profondo e guarisce anche dalla
tristezza”.

 

a cura di Costanza Lastrucci