venerdì, Aprile 26Settimanale a cura di Valeria Sorli

Modigliani: il bohémien maledetto

È un’impresa sempre più difficile organizzare grandi mostre sui Maestri del passato sia per i costi di assicurazione che per quelli di trasporto e di conservazione delle opere divenuti ormai insostenibili. In molti casi si ricorre allora alla tecnologia.

Dopo la rappresentazione multimediale dedicata a Klimt dell’estate scorsa, il MUDEC, Museo delle Culture di Milano, ripete lo stesso contesto ospitando fino al 4 novembre “Modigliani Art Experience”.

La vita dell’artista maledetto per eccellenza si ricompone davanti al visitatore attraverso la proiezione di un fluire di immagini, suoni, musiche, evocazioni e suggestioni. Certo questa rappresentazione non pretende di sostituire l’esposizione,ma si muove in parallelo con una narrazione biografica e tematica diModì, come soprannominato dai francesi, accompagnata da musiche operistiche di facile ascolto. 

L’obiettivo è quello di catturare un pubblico più vasto non necessariamente appassionato di arte. Come spiega il curatore Francesco Poli per questa installazione, prodotta da 24 ORE Cultura e promossa dal Comune di Milano, «Modigliani era un apolide e un cosmopolita, non aveva radici. Era sia italiano sia francese ma soprattutto mirava ad un empireo delle idee in un tempo assoluto. La purezza delle sue immagini e del suo pensiero faceva da contrappeso alla dissipazione dell’esistenza».

Il visitatore potrà immergersi per circa un’ora in un’unica “experience-room”: dalle pareti al pavimento centinaia di immagini selezionate diventano un unico flusso di sogno, di forme fluide e smaterializzate in motivi evocativi dell’arte di Modigliani.

La sua esistenza fu breve, intensa, sregolata e tragica. Amedeo era di bell’aspetto, decisamente accattivante, ma godeva di una salute cagionevole. 

Abbandonata la casa natale di Livorno nel 1906, all’età di 22 anni, si trasferisce a Parigi tentando la sorte come ritrattista. Vive in condizioni economiche precarie, spesso trovando conforto nel bere e nell’assenzio, come peraltro era nelle abitudini di molti, e nelle case di tolleranza, aggravando così il suo già malfermo stato di salute. Si sposta da un luogo all’altro abitando in camere d’affitto, prima a Montmatre e in seguito a Montparnasse, visto che il misero sussidio della famiglia non gli bastava.

Vestiva sempre in velluto a coste castano con una sciarpa di colore sgargiante al collo e un largo cappello di feltro.

Tra le sue numerose amanti ricordiamo la relazione tormentata con la giornalista Beatrice Hastings. Paradossalmente i suoi ritratti raggiunsero in questo periodo l’apice per l’intensità e la profondità espressiva. Nel 1917 Modigliani incontra la diciannovenne Jeanne Hébuterne che diventerà la sua compagna nonché musa ispiratrice e gli darà una figlia, Jeanne.La relazione è travagliata: gli aneddoti sui maltrattamenti inflitti da Modigliani a Jeanne, anche in pubblico, non si contano.

Nel 1918 il suo mercante gli offre un soggiorno in Costa Azzurra con il pittore Soutine, suo grande amico, ma la permanenza non aiuta la sua salute. 

Nel 1920 muore per un attacco di meningite polmonare. Ha soltanto 35 anni. La tragedia di Jeanne è indissolubilmente legata alla sua: la giovane donna, incinta per la seconda volta,all’indomani della morte dell’amante, si getta da una finestra al quinto piano. Cinque anni più tardi il suo corpo viene rimosso dallo squallido cimitero di Bagneaux e sepolto accanto a quello del suo amato. Così termina il video.

Il percorso espositivo prevede una sala introduttiva, o “Sala Scrigno”, che ospita alcuni capolavori di arte primitiva africana del XX secolo provenienti dalla collezione permanente del MUDEC e con essi due ritratti di Modì di proprietà del Museo del Novecento di Milano, nello spazio virtuale già ampiamente descritto, per terminare con una “Sala degli Specchi”, dove le opere più significative dell’artista si ripresentano in varie scomposizioni.

Molto interessanti sono le fotografie d’epoca sulla vita dell’artista, i personaggi storici ed i suoi amici, le sue amanti, insomma la moda di Parigi in grande fermento culturale ed artistico.

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