mercoledì, Ottobre 9Settimanale a cura di Valeria Sorli

Incontro con Marco D’Amore

Marco D’Amore sembra quel ragazzone che ogni mamma vorrebbe avere come figlio. Maglietta
bianca con disegni a tinte fisse, quasi estiva anche a Dicembre; giubbotto nero, cappellino colorato,
occhiali da sole e un sorriso. Dal vero è diverso dal personaggio di Ciro De Marzo, con cui viene
quasi a sovrapporsi nell’immaginario collettivo. Non si è montato la testa, è molto ancorato alla
realtà ed alla sua terra, la Campania, pur se si considera un cittadino del Mondo.
Non sarà stato facile – per un attore nato nel teatro e che, appena maggiorenne, sognava i
palcoscenici dei grandi teatri (come gli aveva insegnato Toni Servillo) – diventare il protagonista di
una serie televisiva di successo, pensare a come portare sul grande schermo il suo alterego e,
soprattutto, ideare un innovativo e lungimirante progetto cross-mediale con il film indipendente
dalla serie tv.
E così è arrivato alla regia, alla sua opera filmica prima, «L’Immortale», nelle sale già da Giovedì
scorso con Vision Distribution. Ma la prima proiezione è avvenuta il giorno prima, nelle “Giornate
Professionali di Cinema” a Sorrento, e qui ha passato l’esame davanti ai principali addetti ai lavori
della filiera dell’audiovisivo. È la prima volta che, nel nostro Paese, il cinema e la televisione
riescono ad integrarsi completamente tra loro.
L’approccio con il pubblico è avvenuto in “Terra Amica”, al Metropolitan di Napoli: «Non credevo
ai miei occhi, quando ho visto sette sale del cinema che proiettavano tutte in contemporanea il mio
film. C’erano 2500 persone nel Multisala. E mi ha colpito il fatto che, al finale, applaudivano
spontaneamente a scena aperta. Ti devo dire la verità. Non sono molto bravo con i numeri. Ma il
dato economico mi interessa, perché dietro a ogni film ci sono tante persone che lavorano, alcune
per periodi anche molto lunghi…»
E allora in questa intervista esclusiva guardiamo le prime cifre rese note da Cinetel: Giovedì 96mila
spettatori, Venerdì 72mila, Sabato 434 sale in Italia. Box office: primo giorno 663mila Euro,
secondo giorno 504mila Euro: «Basta con i numeri. Credo che sia il terzo miglior debutto di
sempre. Dopo di allora vado a Bari e poi Domenica a Catania, per incontrare di persona i singoli
spettatori, così come facevo al teatro, e parlare con gli amici dei Fan Club di queste città…»
La storia che racconti prende avvio dal terremoto del 1980: «Io stavo ancora nella pancia di mia
madre. Sono stato concepito a Caserta dopo alcuni mesi. Abbiamo lasciato Ciro sparato da Genny e
caduto nelle acque del Golfo di Napoli (al termine dell’ultima serie di “Gomorra”) e, in questo
“prequel”, si incomincia da un bimbo che viene salvato nel mare.»
Spiega: «Ho pensato questo film tre anni e mezzo fa; i produttori si sono subito innamorati dell’idea
ed hanno iniziato a preparare la lavorazione, ma anche le azioni di marketing e di promotion per
supportare la distribuzione e raggiungere, così, gli esercenti e gli spettatori. Cerco di programmare
ogni fase e di non lasciare nulla al caso. Abbiamo girato a Napoli, ma anche nella lontana Lettonia.
C’è molta gente che la serie non l’aveva mai seguita o non l’aveva mai voluta vedere, poi è venuta al
cinema e la storia è piaciuta.»
E aggiunge: «Il mio sguardo è sempre quello di uno spettatore, mentre sono in scena, perché sono
regista ma anche attore. Osservo il mondo attraverso gli occhi del personaggio criminale, che non
contempla l’esistenza della società civile. Peraltro abbiamo fatto un conto e sono quasi 1500 le
persone morte nella serie, tra colpevoli e innocenti. Nelle serie americane – dietro gli attori – ci sono
scene di cartone. Nella nostra serie lo scenario è Scampia e la gente si accorge che è tutto vero…»
Ha ben chiaro il progetto cross-mediale: «Come funziona la “macchina” dell’audiovisivo mi
interessa molto. Non è sempre vero che le serie tv stanno distruggendo la sala. L’arte ha sempre
fatto passi avanti. Dalla pittura si passò alla fotografia e poi alle immagini in movimento.                                   Ora stiamo preparando il testo e la sceneggiatura della quinta serie di “Gomorra”. La lavorazione della prossima stagione della serie tv partirà a Maggio, con riprese e ambientazione in Campania e in altre location e sarà pronta nel 2021…»
È passato tanto tempo da quando questa avventura ha preso avvio e Marco D’Amore conclude:
«Devo tutto a Sollima, che mi convinse a fare il provino per un ruolo. All’epoca ero molto incerto se andarci ed avevo anche i capelli…»