venerdì, Maggio 17Settimanale a cura di Valeria Sorli

In arte… Milva

 

Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, ha attraversato da protagonista oltre cinquant’anni di storia italiana. Unica, bellissima, talentuosa oltre misura, intelligente, passionale: una diva. L’ultima, come magistralmente descritto nel libro della figlia Martina Corniati, “Milva, l’ultima diva- Autobiografia di mia madre”.

 

Dalla provincia ferrarese di Goro fino a uno dei templi del teatro italiano (il Piccolo Teatro di Milano), passando per Parigi, la Germania, la Grecia, il Giappone, Milva ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello spettacolo e del costume, in molteplici generi. È stata a Sanremo; è stata sulle copertine dei rotocalchi; ma ha anche lavorato con Luciano Berio; è stata (come “Milva  la rossa”) emblema della canzone politica impegnata; ha recuperato la tradizione popolare e, al contempo, ha interpretato le canzoni di Vangelis, compositore di colonne sonore e

musica elettronica; è stata protagonista degli spettacoli Strehler e interprete d’elezione di molte canzoni di Battiato…

Di tutti questi volti, di tutte queste Arti di Milva, la mostra, cerca di rendere conto, da Goro  alla dimensione internazionale in cui si sviluppa la sua vita, presentando per la prima volta parte del lascito donato dalla figlia Martina Corgnati alla Biblioteca delle Arti dell’Università

di Bologna.

In arte, Milva vuole dire per i curatori proprio questo: una personalità che ha totalmente vissuto dell’arte e nelle arti, e per la quale non c’è mai stata distanza tra la vita e la scena.

La mostra sarà quindi paradigmatica dell’estrema versatilità degli ambiti in cui si è mossa  Milva..

I visitatori potranno vedere un insieme di materiali che nella loro eterogeneità danno il senso di cosa la diva sia stata: dal ritaglio di rotocalco alla locandina della Scala con le firme, dal telegramma del Ministro della Cultura francese alle partiture da lei annotate per l’esecuzione, dalle foto con Luciano Berio a quelle con Heather Parisi, a tutto il mondo brechtiano, che però sembra uno fra gli altri, non quello più definitorio.

Scrive nel catalogo dell’esposizione Martina Corgnati, figlia di Milva: “l’archivio intero di mia  madre, le fotografie, la discografia, i nastri, i progetti, tutti i carteggi, la rassegna stampa, i  manifesti, tutti i premi e riconoscimenti, compresi i dischi d’oro che ha ricevuto nel corso della sua carriera, le cartoline e tutti i materiali che possono risultare utili per costruire i passaggi della sua lunga e complessa vicenda professionale, sessantun casse in tutto, sono

stati da me donati all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, e affidati all’attenta e sollecita cura di Gianmario Merizzi, Coordinatore gestionale di biblioteca ARPAC – Settore Biblioteca delle Arti, che ringrazio di cuore per la passione e la competenza che ha investito

nel complicato lavoro di ordinamento e classificazione di materiali così diversi. Sono convinta che l’università sia il

luogo migliore, forse l’unico, dove un patrimonio di competenze e valori culturali possa essere trasferito da una generazione all’altra, acquistando così nuove prospettive di lettura e nuovi significati. Questa mostra, a cura di Anna Maria Lorusso e di Lucio Spaziante, che

tengo a ringraziare, è il primo esempio di produzione culturale resa possibile da questa donazione, cioè, come io la intendo, costruzione di alleanze e trasformazione della memoria in progetto”.

L’Archivio Milva verrà aperto agli studiosi al termine della mostra. Catalogo e inventario, realizzati in collaborazione con il Polo bolognese SBN e con Archivi ER – Sistema informativo  partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna, saranno invece accessibili da subito.

La mostra si articola attraverso tre spazi, che raccontano Milva secondo pertinenze diverse: Stanza 1 – La vita,

Stanza 2 – Le arti di Milva , Stanza 3 – Il mondo di Milva.

Il visitatore potrà accompagnare il percorso di visita (e continuare l’esperienza fuori dal

museo) con una playlist musicale intitolata In arte, Milva, scaricabile sul proprio device.

Tutti i materiali esposti provengono dal lascito donato all’Università di Bologna, tranne un’unica eccezione – importante – che viene dal Piccolo Teatro di Milano – Teatri d’Europa, nella stanza 3.

Per maggiori informazioni:

 

https://milva.unibo.it

www.museibologna.it/musica

 

 

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