mercoledì, Ottobre 9Settimanale a cura di Valeria Sorli

Elio Cipri: Uno su 1000 ce la fa…

Il dietro le quinte delle PR discografiche in Italia ha un nome storico: Elio Cipri.  Direttore della comunicazione della Fonit Cetra, ex capo ufficio stampa RTL, discografico, cantante e organizzatore del Venice Music Award. Cipri haa vissuto la musica italiana in tutte le sue forme, maturando una ricchezza artistica veramente rara nel panorama italiano e non solo. Se oggi cantiamo la “musica che piace” il merito è anche suo, basti pensare che il suo nome è legato anche al grande ritorno sulle scene di Mia Martini. Anche quest’anno è ufficio stampa della manifestazione Area Sanremowww.area-sanremo.it insieme a Donata Brusasco. Abbiamo incontrato Elio in occasione della finalissima svoltasi sabato 10 al Casinò della Città dei Fiori: una chiacchiarata tra talent, Festival e la grande Mia Martini.

Elio Cipri e i talent: che cosa ne pensa di questo format nelle sue svariate declinazioni?

Ho parlato spessissimo di questo argomento e a distanza di tempo la mia opinione resta la stessa: il format serve solamente a chi vince, almeno negli ultimi anni e spesso nemmeno a lui. E’ uno show e come tale rispecchia le politiche di questa dimensione.Purtroppo il numero degli artisti mancati che sono stati protagonisti in un talent è impressionante: durante lo show erano dei fenomeni, dopo sono spariti.  Artisticamente è difficile dare una seconda possibilità di dimensioni così rilevanti a chi ha partecipato ad un talente quindi la possibilità di sopravvivere allo show è bassa. C’è da dire comuque che grazie ai Talent sono usciti artisti di grande calibro, pensiamo a Marco Mengoni.

Lei è uno dei nomi storici del Festival di Saremo: quante edizioni ha seguito?

Ben 51! Eh si, sono un “veterano”!

Quali sono i Festival che non dimenticherà mai?

Senza dubbio quelli degli anni ’80 e ’90: sono stati i più grandi con numeri record! Gli ascolti a serata erano in media di 25 milioni di persone, rendiamoci conto! Non esistevano alternative e Sanremo era l’evento per eccellenza. Anche le vendite erano analoghe: gli artisti vendevano milioni di copie e il successo viveva per anni, anche per sempre.  Erano anni profondamente diversi. Non dimenticherò mai il Festival del 1989 con il ritorno alle scene di Mia Martini: all’epoca fui uno delle persone che lavorò molto per questo progetto, basti pensare alla canzone che Mia portò all’Ariston, Almeno tu nell’universo.

Quali sono i limiti della musica di oggi?

Ce ne sono tantissimi, primo fra tutti la vita breve di un successo: 3 mesi! La musica si consuma rapidamente e si dimentica. Difficilmente conserviamo una canzone come facevamo in passato, tanto più che non la acquistiamo nemmeno più: la scarichiamo, quindi non c’è l’idea del possesso di qualcosa, di un disco, di una musicassetta! La musica è etere puro.  Altro aspetto sono i discografici: esistendo il talent la figura del discografico che cerca i talenti su strada, nei locali, ascoltando le demo, faticando per scovare qualcosa di nuovo non esiste più.

Oggi potrebbe emergere un’artista come Mia Martini?

Assolutamente no. C’è da dire che tra le decine di star del talent emerse e sparite rapidamente si sono confermati aristi veri, primo fra tutti Marco Mengoni appunto oppure Noemi: a loro,così come agli altri auguro di resistere nel tempo e tra 20 anni poter essere ancora ricordati e cantati dalla gente.

Area Sanremo: un Suo giudizio per questa nuova edizione?

E’ stata un’edizione molto interessante. Abbiamo selezionato ben 860 artisti con altrettanti inediti. Certo che sarebbe il caso i dire “Uno su 1000 ce la fa” ad approdare all’edizione 2019 del Festival.  Sarà il pubblico a decidere.

Dov’è lo spazio per scovare nuovi artisti?

Lo vedo anche nel mondo social e web: basta fare un “giretto” su Youtube per rendersi conto di quanti giovani interessanti ci sono. Il web è sicuramente uno spazio molto eterogeneo e interessante.

Un’artista che non ha mai smesso di amare?

Mariella Nava! Lavoriamo insieme da 25 anni ininterrottamente.