giovedì, Dicembre 12Settimanale a cura di Valeria Sorli

Musica, creatività e stravaganza: a voi i DELPT!

DELPT (acronimo di Delio E Le Pecore Tose) è un progetto musicale nato nel 2003, quasi per gioco, dall’estro creativo di Andrea Tataranno, in arte “Delio Catetere”, Daniele Russo, in arte “Johnny Clistere” e Sergio Tataranno, in arte “Ser Coloplastico”. Si sviluppa concretamente a partire dal 2017, quando il trio capisce che assemblare suoni synth e parole catchy apparentemente a caso ha perfettamente senso.

L’incontro artistico con il chitarrista e compositore Renato Caruso, avvenuto nel 2020, dona loro nuova linfa vitale e maggiore convinzione, portando alla creazione di un’identità musicale più definita.

Il 9 dicembre 2021 i Delpt pubblicano il primo singolo “Matrimoni”, canzone figlia del Covid-19 e delle sue implicazioni socioculturali e, a distanza di un anno il singolo, “L’Elfo di Babbo Natale”, che permette alla band di ampliare la cerchia di ascoltatori, venendo in particolar modo apprezzata dai più piccoli.

Il 24 giugno 2022 viene pubblicato il loro primo video “Supereroi”, brano in collaborazione con Greta Cominelli. Ultima fatica discografica è “UN, DUE, TRE… STALLA!”, il nuovo EP dello stravagante trio.

 

L’album, anticipato dai singoli “Matrimoni”, L’elfo di Babbo Natale” e “Supereroi”, presenta un gusto lo-fi, cultura pop anni ’80, leggerezza e parodia accompagnati da sound moderni e messaggi semplici.

 

 

Ciao cari DELPT! Avete recentemente pubblicato il vostro primo EP “Un, due tre… Stalla!”, un titolo alquanto particolare. Cosa rappresenta nella musica del vostro disco?

 

Il titolo è nato per caso, mentre immaginavamo la copertina dell’album. L’dea era quella di rappresentare, con un’unica immagine, tutte le sfaccettature del nostro “mondo musicale”: l’estrosità del nostro vestiario, la rusticità del nostro sound, la semplicità delle nostre melodie. Ci siamo ritrovati nel giardino di Ser Coloplastico, davanti ad una casetta di campagna per bambini, con rastrelli e carriole; sembravamo faccendieri in una fattoria. In pratica, tre contadini nella loro “stalla”. Un, due, tre… stalla!

 

Uno a Milano, uno a Roma e l’altro a Bologna. Vedo che voi membri siete sparsi per l’Italia, com’è avvenuta la genesi del disco? Come avete composto i 6 brani che lo compongono?

 

Pur vivendo in città diverse siamo riusciti a rimanere connessi grazie all’immensa passione per la musica che ci anima da sempre. Con l’ausilio dei moderni software abbiamo potuto condividere le nostre idee musicali, costruendo un po’ alla volta la nostra identità artistica. Il processo di composizione/scrittura avviene più o meno in questo modo. Quando arriva l’ispirazione (un suono, una melodia, un pattern di batteria, qualsiasi cosa possa accendere la scintilla), Delio realizza una base primordiale sull’IPad e poi la invia in chat con un titolo approssimativo. Johnny si occupa della stesura del testo; anche in questo caso la prima bozza è spontanea, ma spesso è già “buona la prima”; registra la voce e gira il file in chat. Tutti insieme scartiamo ciò che non ci piace e identifichiamo le parti da elaborare. A questo punto interviene Ser, cercando di arricchire il brano con qualche armonizzazione o qualche fraseggio in più. Per alcuni brani il processo è stato molto veloce; per esempio, Bappa Du è stata realizzata in circa 15 giorni. Per altre, come Tempo, ci sono voluti diversi mesi prima di raggiungere la piena soddisfazione.

 

Quali sono le fonti d’ispirazione che vi hanno guidati in questo EP?

 

Ci siamo lasciati ispirare dai tutti i miti della nostra infanzia. Non soltanto quelli musicali. Le sigle e gli eroi dei cartoni animati degli anni 80 e 90, i film d’avventura hollywoodiani (Ritorno al futuro, i Goonies, Ghostbusters), la stravaganza estetica del punk e del glam, i veicoli che ci hanno scorrazzato durante la nostra adolescenza (il Sì e il Ciao), i personaggi strambi del nostro paese d’origine in Basilicata. Tutto ciò frullato in un mixer molto speciale… la nostra fantasia!

 

Ascoltandovi si percepisce immediatamente un sound anni ’80 e lo-fi. Avete voglia di parlarmi della tipologia di musica che proponete e quali contaminazioni musicali avete subito?

 

La musica dei DELPT nasce da una profonda ammirazione per il mondo nerd e per la cultura pop. Per quanto riguarda le contaminazioni subite, il bacino di artisti e di suoni dal quale abbiamo attinto è molto ampio: la synth pop e la new wave anni 80, Franco Battiato, i Righeira, le sigle dei cartoni animati, le compilation “Bimbomix” della Baby Records. Tra i musicisti di oggi apprezziamo particolarmente The Weekend, i Korine, Calcutta, Colapesce e Dimartino. Non abbiamo, invece, significative referenze riguardo ai testi; la nostra scrittura ha quasi sempre un approccio goliardico e parodistico, e nella maggior parte dei casi si ispira alla vita reale, a momenti particolari a cui siamo legati, ai personaggi incontrati e al loro vissuto o anche semplicemente agli avvenimenti familiari.

 

 

Stiamo entrando in quel periodo dell’anno in cui pian piano si inizia a parlare sempre di più di Sanremo: immaginando di andare a Sanremo con che brano vi piacerebbe partecipare?

 

Siamo sempre stati attenti ascoltatori e meticolosi osservatori di tutto quello che ruotasse intorno al carrozzone di Sanremo. Ovviamente ci piacerebbe calcare quel palco, un giorno. Detto questo, s sicuramente porteremmo in gara Bappa Du, il nostro inno alla gioia in formato supercazzola. Se dovesse invece arrivare un invito per il 2025, la scelta cadrebbe su uno dei nuovi brani in cantiere, che dovrebbero vedere la luce tra circa un anno.