Gianni, 50 anni appena compiuti e festeggiati in un bellissimo party a Roma: ci racconti com’è stata questa serata?
E’ stata una serata meravigliosa, all’insegna del benessere condiviso tra amici, colleghi e familiari. La mia famiglia mi ha raggiunto e si è integrata perfettamente con tutti gli artisti che sono giunti da ogni parte d’Italia per omaggiarmi la loro presenza. Un abbraccio caloroso si è manifestato nei loro sorrisi e nella voglia di cantare sul palcoscenico, arricchendo l’atmosfera della serata. Con Jam Session, champagne, buon cibo e una miriade di colori, è stata un’esperienza indimenticabile!
Tra le tante attività che hai svolto per la musica e lo spettacolo quali sono gli eventi che hanno maggiormente segnato il tuo percorso artistico?
La mia carriera si è sviluppata in quattro fasi principali. Nella prima fase, fino ai miei 22 anni, ho vissuto momenti fondamentali come la partecipazione a Castrocaro e all’Accademia di Sanremo, l’incontro con Mogol e la borsa di studio del 1992 al CET, quando ancora era agli inizi. Lì ho avuto l’opportunità di studiare non solo con Giulio Rapetti (Mogol), ma anche con artisti di grande calibro come Mango, Ornella Vanoni e tanti altri. A 22 anni, ho avuto la fortuna di incontrare Massimo Ranieri, con cui ho lavorato per oltre cinque anni in due grandi spettacoli: Hollywood, con le musiche composte da Gianni Togni, e Il grande campione, con le musiche di Maurizio Fabrizio e con la regia di Giuseppe Patroni Griffi. Nel 2006, ho iniziato a lavorare come corista nelle grandi orchestre di Rai 1, partecipando a tutti i programmi televisivi più importanti, come I migliori anni, I raccomandati, L’anno che verrà, Talenti parenti e molti altri. Nel 2013, oltre a tornare a produrre, ho anche iniziato il mio percorso da Vocal Coach, grazie alla grande esperienza accumulata nelle orchestre, nel teatro e nella musica, oltre che al tanto studio fatto da giovane. Durante questo nuovo percorso c’è stata la meravigliosa esperienza ad AreaSanremo nel 2017, prima come coach e poi come membro della commissione nel 2018 e 2019. Riassumere quarant’anni di carriera in una sola intervista è difficile, perché c’è tanto altro da raccontare!
Quale tra le produzioni recenti hai vissuto con maggiore emozione e gioia?
Non c’è una produzione che non mi porti gioia, tutte le musiche che vengono pubblicate e prodotte da Joseba sono figli a cui dedico amore tempo e passione.
Come vedi la musica di oggi, tra talent, intelligenza artificiale e tormentoni?
Siamo al collasso: la buona musica c’è ma la devi andare a cercare quello che ci viene proposto nella maggior parte dei casi è la banalità e la fiera del nulla. Oggi personaggi come Battiato, come De Gregori o come Dalla non avrebbero mai il successo che hanno avuto purtroppo. E la cosa che più mi dispiace è che anche le grandi star degli ultimi 15 anni si stanno adeguando all’onda del momento pur di restare a galla, non rispecchiando nessuna originalità.
Recentemente hai prodotto Massimiliano Varrese che ha riscontrato una buona accoglienza anche all’estero: come nasce la collaborazione con lui?
Io e Massimiliano ci conosciamo da tantissimi anni. Ci siamo incrociati e rincrociati su vari lavori, poi casualmente siamo andati a bere una sera un bicchiere di vino e Massimiliano mi ha esternato la sua voglia di poter ritornare alla musica, il suo primo amore, e io mi sono detto perché no? E quindi abbiamo iniziato questo percorso insieme.
Sanremo: croce e delizia di molti produttori. Che cosa ti aspetti dalla prossima edizione?
Mi aspetto di esserci. È la verità, inutile girarci intorno. Mi aspetto di esserci sia con un artista big che con un giovane magari. Lo so, sono sempre stato molto ambizioso ma questa è sempre stata la mia forza. Sono molto dispiaciuto dell’abbassamento dell’età perché tanti artisti bravi e giovani sono stati tagliati fuori, però se ne faranno una ragione e sicuramente Sanremo non è l’unico modo per poter proporre la propria musica.
C’è un progetto che vorresti realizzare?
Tanti, vorrei che Joseba diventasse una delle etichette più importanti d’Europa. Vorrei che la bella musica venisse premiata dal pubblico e che tutti i sacrifici di una vita trovassero il loro sfogo e il loro spazio e perché no, magari anche il loro ristoro.
Quali sono i valori dai quali non verresti mai a meno?
La lealtà, l’amore, la fede.