mercoledì, Aprile 24Settimanale a cura di Valeria Sorli

Emma Ciardi: artista internazionale

Emma Ciardi
artista internazionale, instancabile viaggiatrice e imprenditrice
Dal 16 febbraio 2019 il Palazzo Sarcinelli di Conegliano ospita la mostra I Ciardi. Paesaggi e Giardini, incentrata sulla produzione di una delle più affermate “famiglie” di artisti veneti tra ‘800 e ‘900: i Ciardi. In una fase di grandi cambiamenti della pittura, Guglielmo (Venezia, 1842-1917) e i figli Beppe (Venezia, 1875-Quinto di Treviso, 1932) ed Emma (Venezia, 1879-1933) si dedicano alla rappresentazione del paesaggio, ritratto con elementi sempre più realistici grazie a un’attenta osservazione del vero. In poco tempo i Ciardi assumono un ruolo di protagonisti assoluti della scena artistica veneziana, italiana ed internazionale.
All’interno di questa famiglia, particolare spicco assume la figura di Emma.
Artista quando non era facile né usuale per una donna esserlo, e single, quando questa condizione era ritenuta stravagante per un’appartenente al gentil sesso, Emma è alta, con grandi occhi grigi, di poche parole e molto lavoro”, come viene descritta nel saggio di Myriam Zerbi per il catalogo della mostra edito da Marsilio.
Una donna che, condividendo le esperienze artistiche con il padre Guglielmo, il quale insegna a lei e al fratello Beppe a dipingere ‘dal vero’, sceglie l’autonomia, sia nello stile che nella vita: dopo aver vissuto infanzia e adolescenza tra Venezia, la campagna di Quinto e Canove, si crea uno studio tutto per sé (prima a San Barnaba e poi in Fondamenta San Bernardo, a Venezia) dove poter lavorare senza perdere tempo (“chiacchierando i quadri non si fanno”). Inizia così a viaggiare molto presto, lasciandoci dei meravigliosi ‘bozzetti’-impressioni delle sue esperienze.
Viene scoperta a livello internazionale in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900 dove espone al Grand Palais e numerose sono, nel corso della sua carriera artistica, le sue mostre sia in Italia che all’estero. Partecipa a 14 Biennali veneziane, espone in importanti gallerie e musei a Milano, Torino, Firenze, Roma, Parigi, Londra (molto amata da Emma), vince molti premi, da quello ottenuto nel 1905 a Monaco di Baviera a quello di San Francisco del 1915. Le sue opere sono esposte anche oltre oceano, a New York al Brooklyn Museum e alla Howard Young Gallery (che si assicura l’esclusiva per la vendita dei suoi lavori della Ciardi in tutti gli States e organizza una serie di rassegne itineranti a Pittsburgh, Philadelphia, St. Louis, Cleveland, Chicago, Detroit, Boston), e acquistate da importanti collezioni a livello internazionale.
Oltre che artista instancabile, Emma è anche un’acuta imprenditrice. Apre, infatti, con la sorella Maria un laboratorio a Venezia, dove – nello spirito che aveva animato William Morris a fondare le fucine di Arts & Crafts per mettere la creatività degli artisti a servizio dell’arte applicata – realizza scialli, kimono e cuscini ricamati in lana che hanno grande fortuna anche nel mercato inglese e parigino. Alla morte improvvisa della sorella, Emma decide di occuparsi con dedizione dei nipoti Francesco e Piermaria avuti da Maria con Carlo Pasinetti. Con loro vivrà e viaggerà, e sia Francesco, che diventerà un grande critico cinematografico, sceneggiatore e regista, sia Piermaria, che dedicherà la sua esistenza alla scrittura e al giornalismo, ricorderanno come formativi gli anni trascorsi con la zia Emma.
Proseguendo sul cammino della sperimentazione tecnica di Canaletto, che si serviva per le sue vedute della camera ottica, Emma visita i più bei parchi e giardini di antiche dimore italiane ed europee, ville e campagne – dai giardini di Boboli o di Schönbrunn alla reggia di Caserta o alla Villa d’Este e di Versailles – e utilizza la fotografia, una «scrittura di luce», per fermare scorci che poi riporta su tela o tavola oppure porta con sé cavalletto, sedia, cassetta dei colori, pennelli e tavolette per abbozzare schizzi che poi rielabora nel suo studio.
Da qui nascono le sue luminose scenografie che danno spazio a una folla di damine e cavalieri in costume settecentesco. Emma si serve in realtà di manichini di legno alti due spanne che lei stessa abbiglia in fogge settecentesche e usa da modelli per comporre le sue scene. Nessun desiderio di rievocazione storica o espediente aneddotico, ma puro artificio per inventare, a ogni nuovo quadro, scintillanti situazioni cromatiche. A Venezia Emma dipinge spesso dalla barca, creando bozzetti di vedute che sa particolarmente apprezzate dai suoi collezionisti inglesi e americani.
Sarebbe sbagliato, tuttavia, come osserva Giandomenico Romanelli, far inghiottire Emma dallo stereotipo della ‘pittura da salotto’: “Emma va pienamente al di là del mondo ottocentesco per entrare nella modernità. [L’artista] si fa tentare dal fascino della sperimentazione, sfiorando la connessione ineguagliabile che lega realtà e fantasia, inconscio e sogno, senso di panico e abisso onirico … [mostrando] l’altra faccia di una modernità più vicina ai sabba di Ensor e agli incubi di Alberto Martini che ai sogni di Cenerentola nella favola dei Grimm”.
Negli ultimi anni la pittrice si ritira tra le colline del trevigiano, a Refrontolo – a due passi da Conegliano – allestendo, nella sua casa tra i campi, un altro studio. Qui, nella pace della campagna, comincia una nuova fase del suo cammino stilistico. Dura poco, la sua salute peggiora e Emma viene a mancare nel 1933, a 54 anni.
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LA MOSTRA
I Ciardi. Paesaggi e giardini

16 febbraio – 23 giugno 2019
Conegliano, Palazzo Sarcinelli
a cura di Giandomenico Romanelli con Franca Lugato e Stefano Zampieri
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