mercoledì, Aprile 24Settimanale a cura di Valeria Sorli

Domenico Dell’Osso: il pittore tra scandalo e genialità

 

Domenico Dell’Osso è nato il giorno della festa dei lavoratori, il primo maggio, con una vocazione per la pittura che lo ha portato molto in alto. Ha iniziato a dipingere all’età di 16 anni per conoscere meglio sé stesso «adotto la pittura come mezzo per conseguire una più profonda comprensione della realtà interiore; in questo senso le opere non sono il frutto dei miei pensieri, ma una lente rivolta a comprenderli».

La sua, non è una pittura come tutte le altre, perché si riconosce subito una cifra identitaria precisa, una forte autenticità. La pittura lo porta ad essere ciò che è senza dover per forza indossare delle maschere, dover fuggire alle sovrastrutture marxiane. «La pittura per me è una terapia, mi permette di conoscere me stesso, mostrarmi agli altri senza paure e accettarmi migliorando anche chi mi circonda».

Non è un caso, infatti, se in poco tempo ha girato il mondo e le sue opere siano arrivate a vincere o ad entrare nelle finali dei più prestigiosi premi, come il Premio Celeste o il Premio ArteLaguna che «hanno portato l’attenzione delle gallerie d’arte verso il mio lavoro», spiega, o il Premio Mondadori che «ha portato l’attenzione della critica».

Nel 2014 avviene poi l’incontro con un personaggio inaspettato: Caparezza. «Amava i miei dipinti già dai tempi di MySpace» racconta «Museica era un disco sull’arte, pertanto pensò ad un mio dipinto per la copertina. Mentre insieme sfogliavamo le immagini delle mie opere per cercarne una che si prestasse a tal fine, pensai di realizzarne una inedita, basandomi non sul contenuto del disco ma su quello che lui sarebbe stato in grado di trasmettermi. Così abbiamo trascorso due giorni insieme, parlando, ridendo, confidandoci, ed ecco che dopo due settimane avevo già lo schizzo nel quale lui si è subito identificato, ritenuto geniale in molte trasmissioni televisive e radiofoniche tanto da farlo diventare anche scenografia del tour, oltre che riprodurlo su vinili e t-shirt».

La fama di Domenico è perciò cresciuta sempre più, tanto da attirare l’attenzione di star internazionali come la bellissima Sharon Stone: «Sharon vide per la prima volta un mio lavoro nel 2015 in occasione di una visita a Matera per un suo progetto di beneficenza. Ricordo che il sindaco le fece omaggio di una mia stampa a tiratura limitata dal titolo It’s Me, di proprietà di un mio cliente. Grazie a quel primo episodio, l’anno successivo, ho avuto modo di continuare questa bella avventura con altri lavori di privati».

Spesso però, accanto alla genialità, un artista deve essere anche trasgressivo, provocatorio, così un’opera di Dell’Osso entra anche nella collezione privata nientepopodimeno che di Rocco Siffredi, finita persino nel programma Casa Siffredi in onda su La5: «Inizialmente quell’opera fu esposta per sole 4 ore a Matera dove venne subito censurata per via di 3 segnalazioni presso la Polizia Postale, mentre poi, senza alcun problema, fu trasmessa da Mediaset fuori da ogni fascia protetta». Un’immagine fallica, per alcuni ai limiti della volgarità ma non di certo per Domenico: «In Italia è difficile definire quale sia il confine tra arte e volgarità, posso solo dire che a mio parere l’arte non compresa non può acculturare, pertanto cerco di spiegarne le motivazioni al fine di cambiarne le sorti: l’Opera rappresenta per me l’esplosione vitale che parte dalle emozioni, abbiamo il potere di creare, il riciclaggio della procreazione, dare vita partendo da un pensiero, pensiero e desiderio dunque sono alla base di quello che è la realtà che costruiamo, siamo solo quello che crediamo di essere, ma nello stesso tempo siamo più di quanto immaginiamo di essere: ogni azione, ogni evento è mosso dal pensiero accompagnato dalle emozioni, queste combinazioni (in base all’intensità di pensiero ed emozioni) creano la realtà o meglio ci danno più probabilità di ottenerla come la immaginiamo». Il titolo dell’opera è A mia immagine e somiglianza «non solo perché ritrae in parte il mio fallo, o solo perché rappresenta un mio periodo di vita particolarmente fertile» aggiunge «ma soprattutto inteso in senso biblico: quel dono che abbiamo di dare la vita così come ci è stata data, materialmente e in modo emozionale, le frequenze che ci fanno vibrare».

Ma non è certo finita qui, perché Domenico è uno di quei treni alta velocità che non hanno affatto intenzione di fermarsi: ha in programma una mostra personale a Londra a cura della Ferrari, mentre ha in cantiere un progetto di cartoni animati tratti dai suoi dipinti: «ho un’ottima proposta Rai, ma vorrei sentire anche Mediaset». A breve verrà inoltre commercializzata una collezione di t-shirt realizzata per un gruppo che ha fatto la storia del rock, ma non anticipa quale.

Gli chiediamo allora quali siano i desideri per il futuro: «Collaborando con Universal Music ho scoperto che mi entusiasma vedere le mie opere su copertine di CD o libri, pertanto mi piacerebbe realizzarle anche per privati, cantanti, musicisti e gruppi anche indipendenti».

Domenico è certamente un personaggio che sa cosa piace alla gente, visto il successo dei suoi dipinti, perciò gli chiediamo chi sia per lui la gente che piace: «Gente stupenda come il direttore Valeria Sorli che porta avanti la propria passione in modo onesto e per il bene di tutti. Gente sempre pronta e disponibile ad aiutarti nell’affrontare le avversità della vita con amore sincero e tanta forza d’animo. Gente che non smetterò mai di ringraziare». Per il momento, siamo noi a ringraziare lui per il tempo che ci ha dedicato e per il modo in cui riesce a portare alta nel mondo la nostra bandiera. Chapeau!

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