mercoledì, Aprile 24Settimanale a cura di Valeria Sorli

Milva per sempre

Il 23 aprile scorso la “rossa” ci ha lasciati per sempre. Grandissima la reazione del mondo mediatico, unanime la commozione generale per la sua scomparsa. Tuttavia, era da 10 anni che Milva si era ritirata ad una rigorosa vita privata, principalmente a causa delle precarie condizioni di salute. Forse molti si erano dimenticati di lei, dato che pochi sono state le occasioni per ricordarla, ammirarla e rendere omaggio, se non il Premio alla Carriera osannato a furor di web nel 2018 a Sanremo.

Come spesso accade per i grandi artisti, la loro scomparsa coincide con una grande rinascita artistica e per Milva sarà sicuramente così. Mai nessuno sarà come lei, per immensità di produzione musicale, per professionalità, per fama, per eclettismo.

La “pantera di Goro” è stata la diva (forse l’ultima) per eccellenza grazie ad una presenza scenica senza paragoni, un camaleonte da palcoscenico capace di trasformarsi in un’icona a teatro, raggiungendo livelli altissimi e fama davvero internazionale. Da Giorgio Strehler e Luciano Berio, fino ad Astor Piazzolla, passando per milioni di dischi venduti, tantissime partecipazioni a programmi televisivi, record di presenze a Sanremo, concerti da star in Italia e soprattutto all’estero, con particolare apprezzamento in Germania, dove Milva resta un’artista di irraggiungibile fama e talento.

Abbiamo il piacere di condividere il ricordo di Milva di Daniela Javarone, presidente dell’Associazione Amici della Lirica milanese, che ha ospitato la Rossa in diversi eventi culturali e filantropici.

Daniela, quando incontrò Milva per la prima volta?

Fu all’inizio della mia attività di Presidente di A.M.A.L. negli anni ’80. Ricordo che fu proprio il marchese Alberto Litta Modignani a volerla coinvolgere. Ricordo che dedicammo a lei una serata, successivamente il Premio Donna dell’anno. Poi fu lei stessa a partecipare alle nostre serate con grande sensibilità ed entusiasmo.

Come la ricorda?

Era una donna davvero bella e curatissima, colta e raffinata ma al tempo stesso simpatica e affabile. L’ultima volta che la vidi fu 10 anni fa circa, poco prima del suo ritiro dalle scene: eravamo ad una sfilata di moda. La vidi molto stanca e sofferente. Era chiaro che iniziasse a non stare bene.

Che eredità ci ha lasciato a Suo parere?

E’ stata la più grande di tutte, senza ombra di dubbio. Chi è riuscito ad ottenere un simile successo in più ambiti? Aveva un talento artistico raro, capace di adattarsi in modo davvero unico all’arte nelle sue diverse forme: cantante, attrice, donna di spettacolo, genio del teatro. Chissà che cosa avrebbe potuto regalarci in questi 10 anni di silenzio!

Non l’ha mai più incontrata?

No, nonostante sapessi benissimo dove abitava. Il suo ritiro dalle scene è stato irrevocabile.

C’è un evento particolare che vorrebbe ricordare?

Sicuramente nel 2005 in occasione del tour Milva canta Merini al Teatro Strehler. Sul palco insieme a lei c’erano il Maestro Giovanni Nuti e Alda Merini. Fu uno spettacolo unico, emozionante e particolarmente toccante per noi milanesi. Milva poi era bellissima, vestita con una camicia particolarissima di Ferrè, quasi ad incarnare un angelo del Paradiso.

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