venerdì, Aprile 19Settimanale a cura di Valeria Sorli

Ivan Cottini: Sono tornato a vivere

Fama, successo e amore. Una vita spensierata e costellata da progetti e da sogni come quella di molti ragazzi, viene improvvisamente spezzata dalla Sclerosi multipla. Una malattia neuro degenerativa, con lesioni a carico del sistema nervoso centrale. In Italia si contano oltre 118 mila persone colpite da SM che può comparire a ogni età, ma è diagnosticata per lo più tra i 20 e i 40 anni. Ivan Contini, il ragazzo marchigiano di 33 anni, ha ripreso in mano la sua vita dopo un lungo periodo difficile segnato dalla diagnosi di questa malattia a soli 26 anni. Stava finendo nell’orlo del precipizio perché tutto è svanito in un attimo: il lavoro di fotomodello, la fidanzata e il futuro. Ora, la sua cura è Viola, la figlia tanto desiderata che gioca con lui trattandolo con una persona “normale”. Ivan, con grande sensibilità e determinazione, «non esiste oceano che non possa essere superato» sono le sue parole, ci racconta la sua drammatica esperienza.

Ivan, nel 2013 hai cominciato a stare male, quali sono stati i primi sintomi?

Avevo quasi 27 anni, mi sentivo forte come un leone, carico di energia, come molti ragazzi di quell’età. Improvvisamente mi sono svegliato una mattina e non vedevo da un occhio, inoltre faticavo a stare in piedi. Conducendo una vita frenetica, non mi ero allarmato più di tanto. Alla sera le mie condizioni di salute si sono aggravate ed allora è subentrato il panico. Dopo quattro settimane, mi hanno diagnosticato la Sclerosi multipla in fase acuta perché avevo diverse lesioni.

Cosa ricordi di quel periodo?

Il primo anno è stato durissimo, più il tempo passava, più perdevo il mio corpo, ero solo pelle e ossa, distrutto psicologicamente, entravo ed uscivo dagli ospedali; insomma ero arrivato a un punto di non ritorno. Pensa che dal quarto piano dove ero ricoverato, mi hanno trasferito al piano terra, assistito da uno psicologo, perché temevano un mio gesto folle.

Chi ti è stato vicino?

All’inizio la mia fidanzata dell’epoca, in seguito ha deciso di chiudere la storia, era così giovane che in fondo la capisco. Sicuramente la mia famiglia che ho trascinato nel vortice con la malattia. I miei genitori non ne sono ancora usciti.

A 27 anni non sopporti di essere malato. Oggi sono consapevole di quello che ho e voglio tornare a fare quello che mi piace, e ad essere il regista della mia vita.

Sei un esempio per tutte quelle persone che si deprimono solo per futili problemi. Poi cosa è successo?

Un capodanno ero in ospedale. L’ennesimo pianto di mia mamma mi ha spronato a tal punto, da farmi tornare la voglia di riscattarmi e superare gli ostacoli.

Il giorno dopo ho organizzato una festa in ospedale coinvolgendo tutti i pazienti compresi quelli di ottant’anni, a prendere il lenzuolo e a metterlo addosso. Insomma, ero partito con il botto! Ho avuto anche un richiamo dalla direzione sanitaria. Così ho cominciato a riapparire sui social, e ad aprirmi al mondo con una mia foto in ospedale.

Da quel momento sono tornato a sognare e ad essere padrone della mia vita.

Hai incontrato anche un nuovo amore…

La nostra frequentazione è iniziata all’esterno, purtroppo sono tornato nuovamente in ospedale e questa ragazza mi veniva a trovare quasi tutti i giorni. Ci siamo fidanzati in ospedale, l’ambiente così asettico mi è sembrato fantastico. Per citare il titolo di una famosa canzone di Gino Paoli, ho visto ‘il cielo in una stanza’.

In seguito è nata tua figlia Viola…

Ho sempre avuto il desiderio di diventare padre. Per questo motivo feci la scelta di sospendere i farmaci con la conseguenza di ulteriori peggioramenti. Viola ha due anni, è un uragano, a volte mi tocca legarla…

Hai appena realizzato un calendario con tua figlia, ce ne vuoi parlare?

Sono dodici scatti che mi vedono protagonista insieme a Viola, dove le racconto la mia vita ripercorrendo tutte le cose belle che ho fatto, dalla danza alla musica. Inoltre ho coronato il mio sogno: mi sono immerso sott’acqua a tre metri di profondità e con la forza di gravità mi sono sollevato dalla sedia a rotelle e ho camminato mano nella mano con lei. Questo è il mio ultimo progetto fotografico da modello.

Un pensiero per tutte le persone che soffrono…

Specialmente quando vado nelle scuole, ribadisco che ogni individuo ha l’opportunità di decidere come vivere la propria vita: si può avere tutto, spesso le barriere più ingombranti sono quelle create dalla mente.

Cosa ti fa paura?

I miei genitori vorrebbero che smettessi di ballare in seguito alle mie recenti cadute. Anche due domeniche fa, per il programma di Milly Carlucci, mi sono procurato una microfrattura al polso. La mia più grande paura è quella di non riuscire più a danzare.

Ti senti amato dal pubblico?

In realtà sono anche molto contestato, perché rappresento un personaggio che dà fastidio alla società.

Per quale motivo?

Il malato che va in televisione per dimostrare che è padrone della propria vita è destabilizzante; viene invitato solo durante le campagne solidali per inculcare la pietà invogliando la gente a donare.

Chi è la gente che piace?

Sono coloro che riescono a fare le cose che amano. Per me, ad esempio, significa giocare con Viola, oggi mi ha anche messo uno smalto.

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